#boicottaqatar: no ai Mondiali nel Paese che schiaccia i Diritti umani

Lo sport ha universalmente dei valori fondanti, tra cui il Rispetto e l’Integrazione.

Ma questi non possono di certo dirsi di casa in Qatar, dove domenica 20 novembre si apre la Fifa World Cup 2022.

Sin dall’annuncio e, ancor più, in questi ultimi giorni, si fa un gran parlare delle polemiche legate alla violazione dei Diritti Umani nel Paese arabo dove si svolgono i Mondiali di calcio.

In particolare, in Qatar sono schiacciati di diritti delle donne e della comunità Lgbt.

Una legge vieta l’esibizione della bandiera arcobaleno, pena fino a 11 anni di reclusione.

Una protesta silenziosa è decisa da alcune squadre tra cui Inghilterra, Francia e Germania.

Durante i match i capitani indosseranno bracciali arcobaleno e il messaggio “One Love”.

Alcuni artisti come Dua Lipa e Rod Stewart dicono no all’invito a partecipare al grande evento sportivo, rinunciando a ricchi cachet.

Altro elemento davvero triste se non crudele, è la notizia che, nel corso dei lavori la costruzione degli stadi per ospitare l’evento sono morti fino a 6.500 lavoratori, provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka. Il Qatar nega tale cifra, parlando di meno di 50 vittime.

Il ricco Paese del Golfo vede i Mondiali come una ghiotta occasione per un’operazione di immagine.

Qatar 2022 è “la quintessenza dello sportwashing”, afferma Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Lo “sportwasghing” è la strategia usata dagli Stati che sfruttano lo sport coprire i gravi problemi interni e far distogliere lo sguardo dalla pessima situazione dei diritti umani nel proprio Paese.

Basti pensare alla Cina con i Giochi Olimpici invernali, ma ancor prima ai Mondiali del 1978 in Argentina – quando i militari si trovarono a gestire la Coppa del Mondo assegnata prima del golpe, utilizzandola per proiettare all’estero un’immagine “normale” del Paese -.

Il primo caso di “sportwasghing” risale al periodo più buio della storia, con le Olimpiadi del 1936 nella Germania nazista.  Hitler era dapprima contrario, considerando lo sport inutile. Ma poi venne convinto da Joseph Goebbels, ministro della Propaganda – guarda caso – che fece persuase il fuhrer circa la grande occasione per far capire al mondo che tutto ciò che si raccontava sulla Germania e sul Nazismo era falso.

Da mesi gira sul web l’hastag “boicottaqatar”.

Ecco l’unico modo in cui noi cittadini possiamo protestare contro questa insana decisione della Fifa a svolgere la World Cup in Qatar.

Pensate che la Rai ha sborsato 180milinioni di Euro

Un doppio smacco per la tv di Stato, sia d’immagine che in termini sostanziali, visto che l’Itali non si è neppure qualificata.

Non seguire i Mondiali in Qatar e pubblica sulla tua bacheca social #boicottaqatar.

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