Una lotta di classe tra poveri e meno poveri.
Ecco in sintesi la Legge di bilancio del Governo di Giorgia Meloni, secondo quanto si sa fino ad ora.
L’eliminazione totale del Reddito di cittadinanza dal 2024 pare sia stata decisa.
E anche se si promette un nuovo sussidio per gli inabili, di concreto non si nulla.
Una scelta che solo apparentemente è ideologica o, secondo Meloni & company, è un modo per ristabilire equità rispetto a chi lavora.
Una follia che fa tornare anni indietro l’Italia rispetto al resto d’Europa: in tutti i Paesi dell’Unione esiste un sussidio.
Ma nella Repubblica col primo Governo di destra ora è negato questo diritto sacrosanto, sancito dalla Carta sociale europea, firmata proprio in Italia, a Torino, nel 1961, per essere poi integrata da altri interventi del Parlamento europeo.
E ancora non si sa come si intende trovare il lavoro promesso, finiti i 12 o, per gli “occupabili”, 8 mesi di transizione.
E in tutto questo, dov’è il Movimento 5 Stelle? Dov’è Conte che ha trascinato in piazza 100mila persone per la – sacrosanta, per carità! – pace in Ucraina? Dove sono le battaglie promesse per quello che era il vanto del Governo grillino?
Nelle ultime settimane da parte di Giuseppe Conte solo buoni propositi: “faremo dura opposizione”, “faremo battaglia in Parlamento” fino a “scenderemo in piazza”. Ma ancora nulla di tutto questo si è concretizzato.
La manovrina di Meloni è solo un maldestro modo per raccattare soldi da ridistribuire ai chi li ha votati.
Si era detto che la manovra doveva essere per famiglie, poveri e imprese.
Grande bugia!
Non sono forse famiglia e non sono forse poveri quei 2,5 milioni cui è stato tolto il sostentamento per vivere?
E cosa andrà alle imprese? Solo bruscolini che di certo non le solleverà dall’abisso della crisi in cui sono precipitate.
E gli aiuti a lavoratori?
Sul Cuneo fiscale è stata prevista solo la conferma della piccola sforbiciata del 2% del Governo Draghi.
Sono solo stati previsti 3 punti di decontribuzione che significano in una quindicina di euro al mese per chi ne guadagna 1000 netti, poco più di una decina per chi ne intasca 750. Il tutto mentre è caduta nel dimenticatoio l’ipotesi di un salario minimo
E i pensionati? Solo mancette! Infatti la rivalutazione delle pensioni è stata dimezzata. Sì, si parla di pensioni più alte, ma che in realtà sono di 1700 euro netti.
E come se non bastasse, per racimolare qua e là, sono stati dimezzati gli sconti sui carburanti: dall’attuale taglio di 25 centesimi, che considerando l’Iva equivaleva a uno sconto al distributore di 30,5 centesimi, a una riduzione di 18,3 centesimi complessivi.
La montagna – di cosa non si sa – ha partorito un topolino che, continuando con questo tenore, sarà schiacciato dai reali problemi del Paese.