Silvio Berlusconi ha perso l’ennesima occasione per stare zitto ed evitare l’ennesima gaffe maschilista e sessista.
L’ultimo episodio di cui si è reso protagonista il cavaliere è la frase pronunciata durante la cena natalizia con la squadra del Monza, di cui è proprietario: “Se vincete con una di queste grandi squadre, vi faccio arrivare nello spogliatoio un pullman di troie”, seguita da una sonora risata di riverente approvazione di tutti i partecipanti.
Marta Fascina, la quasi-moglie e deputata di Forza Italia, sedeva taciturna accanto al senatore, assistendo con aria serena al discorso cameratesco.
In tutti questi anni di vita politica, fondando un suo partito e diventando per ben quattro volte il presidente del Consiglio, non ha ancora imparato ad avere un atteggiamento istituzionale.
Macché! Berlusconi, invece, ha risposto con stizza a chi ha condannato questa sua nuova boutade: “Francamente non pensavo, e nessuno poteva immaginare, che una semplice battuta “da spogliatoio” scherzosa e chiaramente paradossale, che ho rivolto ai calciatori del mio Monza potesse suscitare commenti tanto malevoli quanto banali e irrealistici. Compiango questi critici. Forse è solo la loro assoluta mancanza di humor a renderli così tristi ed anche così gratuitamente cattivi nell’attaccare coloro che considerano nemici. Ma siamo a Natale. E allora tanti auguri anche a loro“.
Peccato che lì non si era in uno spogliatoio, bensì in una serata elegante. Ma, d’altro canto, per Berlusconi le cene possono essere “galanti”! Ecco come cade sempre in piedi il “papi” del “bunga bunga” e delle “olgettine”.
Ma ciò che lascia perplessi – ma non sorpresi – è il silenzio delle “sue” donne.
La Fascina lo avrà rimproverato una volta tornati a casa?
Licia Ronzulli, capogruppo al Senato e fedelissima di Berlusconi, si sarà indignata per la battutaccia?
E la prima donna presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sarà rimasta imbattibile di fronte a cotanto livello di bassezza istituzionale del suo alleato?
Non giunge parola dalla galassia femminile del cavaliere. E ci mancherebbe! Cosa dovrebbero dire? Forse di aver accettato di entrare in Parlamento, accompagnate da uno che da presidente del Consiglio fa passare una delle giovincelle del suo entourage come la nipote di Moubarak?
Non tacciono invece le parlamentari dell’opposizione.
Tra esse Laura Boldrini del Pd che ha commentato: “Parole indegne, ancora più ignobili se a proferirle è un senatore della Repubblica e leader di un partito. Becero sessismo usato come goliardia. Ricordo che Meloni, Salvini e Tajani volevano Berlusconi Presidente della Repubblica”.
Le fa eco Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra: “Non siamo sorprese, è il linguaggio con cui ha governato e impoverito l’Italia. È questo il personaggio, che non si smentisce, anzi, insiste, che Giorgia Meloni, Salvini e Tajani avrebbero voluto al Colle? Un vero maestro di vita e politica che dovrebbe uscire per sempre dalla vita pubblica”.
Anche Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle, chiama in causa la presidente Meloni: “… chiedo a Giorgia Meloni cosa ne pensi lei, la prima donna Presidente del Consiglio, di questa rivoltante volgarità. Tacciamo e facciamo passare questo messaggio alle nostre figlie, Giorgia?”.
Siamo alle solite: la politica italiana negli anni è piena di scivoloni, frasi maschiliste e razziste contro razza, condizione sociale, identità sessuale e di genere.
Ma le persone dotate di senso educazione, senso civico e delle Istituzioni non può far finta di niente.
E, soprattutto, chi siede negli scranni più alti del Paese non può turarsi il naso, rimanere in un vergognoso silenzio e pensare solo alla propria poltrona.
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