Cosa ci aspetta nel 2023, iniziato sotto il segno della Finanziaria varata alla fine dell’anno appena trascorso dal Governo Meloni?
Tra bonus cancellati o a scadenza, tasse, pensioni, energia, non ci vuole Frate Indovino per prevedere tempi duri per le famiglie italiane.
Proprio in un periodo di rincari in qualsiasi settore dei beni di consumo, la presidente del Consiglio ha deciso di tagliare quegli aiuti che, in tutto o in parte, avevano sostenuto la stragrande maggioranza del Paese.
Ripassiamo le modifiche alle agevolazioni che nel 2022 e, in molti casi, negli anni precedenti, avevano permesso, soprattutto alle persone in difficoltà, di avere un po’ di respiro.
La prima “sorpresa” l’abbiamo avuta al rifornimento della benzina, con il rincaro di 20 centesimi al litro, per il mancato rinnovo del taglio alle accise.
Ma Meloni era quella che – dai banchi dell’opposizione – gridava allo scandalo per le accise, come ci ricorda nell’ormai famoso video diventato virale in cui la leader di Fratelli d’Italia si scagliava contro i prezzi del carburante proprio a causa delle accise!
Qui il link del video:
https://www.facebook.com/giorgiameloni.paginaufficiale/videos/381181412607971
Cancellato l’una tantum per i lavoratori, ricevuto in busta paga, che ammontava inizialmente a 200 Euro e poi ridotto a 150.
Ridotto dal 110% al 90 % il Superbonus per la ristrutturazione delle facciate, con conseguente difficoltà per chi volesse beneficiarne e, di conseguenza, per le ditte edili che, invece, proprio grazie a questa misura avevano avuto un impulso della propria attività e, a cascata, con maggiore occupazione per i lavoratori del settore.
E il bonus tv? Il Governo ha deciso di non rinnovarlo. Addio ai 50 euro (in base all’Isee) destinato all’acquisto di televisori e decoder abilitati per il nuovo digitale terrestre. Saltato anche il bonus di 100 euro destinato alla rottamazione del vecchio apparecchio tv.
Via anche il bonus trasporti, che copriva l’abbonamento mensile per un massimo di 60 Euro.
Della scomparsa del Reddito di cittadinanza ne abbiamo già parlato ampiamente. Da agosto decadrà per molti.
Un’estate amara per quei 660mila “occupabili” che, magari, si vedranno revocato il sussidio anche prima della scadenza, se non accetteranno una proposta di lavoro, anche a centinaia di chilometri da casa, perché, togliendo il termine “congrua”, ogni proposta, qualitativamente e quantitativamente, sarà ritenuta valida.
E sul caro-energia? Meloni, con questa manovra, ha garantito una buona parte – 2,400 milioni di Euro – per le bollette di luce e gas.
Ma soltanto fino a marzo!
La stessa presidente del Consiglio ha rassicurato che si potrebbe rinnovare il bonus, qualora ce ne fosse bisogno.
Ma c’era bisogno di prospettare una manovra bis per questo? In tre mesi il Governo crede davvero che le bollette da sé saranno più leggere? E dove li prenderanno i soldi, visto che, a conti fatti, questa agevolazione è stata calcolata sul risparmio dal Reddito di cittadinanza? Introdurranno, forse, nuove tasse o tagli alla spesa pubblica?
Dove ci porterà questa Robin Hood al contrario che ha tolto ai poveri e offerto agli evasori – con cancellazioni e agevolazioni del debito – e alle società sportive – comprese le milionarie squadre di calcio! -?
Buon anno Italia!