Ti è mai capitato di fare un acquisto e, arrivato alla cassa, l’esercente rifiuta il pagamento con il Pos?
Ho fatto un piccolo sondaggio soltanto tra le mie conoscenze e ho ricevuto informazioni su diversi episodi.
Ti racconto ciò che avviene nella mia città che è Messina.
Il dato più rilevante è che la negazione del pagamento con bancomat si è verificato soprattutto presso dei tabacchini, ma ciò non vuol dire che sono soltanto questi esercizi a farlo.
Il primo caso è accaduto in un tabacchino della zona centro-sud. Una persona si è recata per effettuare una ricarica telefonica. La signora al banco, alla vista del bancomat, ha chiesto subito i contanti, ma il cliente ha spiegato che era sfornito. Non c’è stato nulla da fare. Il cliente, a quel punto, ha detto che avrebbe chiamato le forze dell’ordine. La risposta è stata: “Li chiami pure, così gli spieghiamo i disagi e le spese che abbiamo”. Il cliente è andato via senza poter fare la sua ricarica, mettendosi alla ricerca di un altro punto vendita.
Un episodio simile, ma questa volta con un risvolto molto più pesante, si è verificato in un tabacchino in pieno centro. Una donna si è recata ad acquistare due pacchetti di sigarette. “Pago con bancomat”, ha informato. “Non accettiamo bancomat”, ha risposto la titolare. La cliente ha, però, dichiarato di non avere i contanti e la tabaccaia è stata irremovibile. La signora ha, dunque, detto: “Lei è obbligata ad accettare il pagamento con il Pos”. A quel punto sia la titolare che il marito, hanno dichiarando: “Non è così, la legge ce lo permette”. “Vi sbagliate”, ha ribattuto la cliente. “No, si informi” le hanno risposto”. “Informatevi voi”, ha ribadito la signora, che, recandosi verso l’uscita, ha aggiunto: “Anzi adesso chiamo la Guardia di Finanza, così vi faccio informare direttamente da loro”. A quel punto i proprietari della rivendita hanno cominciato ad urlare e, in particolare, la titolare, ha inseguito fino alla strada la malcapitata inveendo contro di lei. “Avevo fretta, dovevo andare ad un appuntamento e non ho perso tempo per chiamare le forze dell’ordine”, ci ha confidato la protagonista di questa brutta esperienza.
Di altri casi di rifiuto in varie zone della città abbiamo avuto contezza.
Qualcuno si è visto rifiutare il bancomat soltanto per i giochi (Superenalotto e gratta e vinci), mentre nello stesso tabacchino è possibile pagare con carta le sigarette.
Ma come stanno veramente le cose?
Con la preparazione dell’ultima Legge di Bilancio del Governo Meloni, si è fatto un gran parlare, perché era stata inclusa la soglia dei 60 Euro per gli acquisti con Pos.
Ma l’Europa ha bocciato questa variazione inserita nella manovra.
Ad oggi, quindi, tutto è rimasto invariato.
Il Pos è obbligatorio, così come era stato previsto per la prima volta nel 2012 con il Governo Monti.
Ogni esercente, di qualsiasi tipo, deve accettare il pagamento di qualsiasi cifra con bancomat o carta di credito.
Ma quali sono i reali costi che un negozio affronta per questo? La domanda sorge spontanea, visto l’allarme generale che si è creato sull’argomento.
Le commissioni in media si aggirano intorno allo 0,7% per acquisti con bancomat e carte di debito.
Il circuito Pagobancomat per tutto il 2021 e 2022 aveva addirittura azzerato le commissioni per gli scontrini al di sotto dei 5 Euro.
Per le carte di credito le commissioni sono in media dell’1,2%. Ciò significa che su un guadagno di 500 Euro il negoziante paga 6 Euro centesimi.
Per l’acquisto del Pos la spesa è in media di 22,82 Euro: alcuni costano di meno e altri, più sofisticati, di più. Altro discorso è il noleggio, più dispendioso, perché comprende l’assistenza tecnica.
Poi ci sono le offerte delle varie banche. Ad esempio Unicredit applica una commissione unica dello 0,9%, ma sotto i 10 euro le commissioni sono zero e il canone mensile è di 2,90 euro.
Con Banca Intesa ci sono zero commissioni sotto i 15 euro e una percentuale media dell’1% per pagamenti sui circuiti Bancomat, Maestro, Visa, MasterCard e American Express; il Pos mobile è gratuito mentre il fisso ha un canone mensile a partire da 8 euro. Nexi, la più grande piattaforma italiana di gestione dei pagamenti digitali, nella formula Start non si pagano commissioni sotto i 10 euro e fino a 1.000 euro di transizioni mensili (superata la soglia c’è la percentuale fissa dell’1,2%).
A conti fatti, per i commercianti, non si tratta di spese insormontabili.
Ma cosa può fare il cliente che si vede rifiutare un pagamento con Pos?
Basta chiamare subito le Forze dell’Ordine e chiedere un intervento.
Il titolare del negozio può essere multato per 30 Euro più il 4% della somma dell’acquisto.
Se, invece, il punto vendita è sfornito di Pos, le cose si fanno più serie: sanzione di 500 Euro e dopo il pagamento della sanzione, vi è un termine di 30 giorni per dotarsi di POS, oltre ad un secondo termine di 60 giorni per comunicare alla Guardia di Finanza l’avvenuta installazione del POS. Se il commerciante non paga la prima multa, c’è una sanzione di 1.000 Euro e la concessione di un mese di tempo per acquistare il POS, altrimenti scatta la sospensione dell’attività fino ad installazione del POS.