Il Decreto Lavoro che il Consiglio dei Ministri emana nella data emblematica dell’1 maggio, suscita non poche polemiche.
Un Cdm che appare una presa in giro per i suoi contenuti e per il giorno scelto per approvarlo. Ma a queste boutade ormai il Governo Meloni ci ha fatto il callo!
La diminuzione delle tutele nei contratti a termine e il ridimensionamento degli assegni contro la povertà, sono solo alcune delle misure che hanno sollevato le proteste dei sindacati.
Il settore del turismo è quello che sembra essere maggiormente colpito. I voucher saranno resi più facili, come se non bastassero le pessime condizioni di lavoro in questo settore.
Contemporaneamente il Reddito di Cittadinanza, cambiando più volte denominazione, subirà una riduzione e anche questo fa insorgere le organizzazioni dei lavoratori che reputano questa scelta scellerata, in un momento in cui aumentano le povertà.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto un appello a un lavoro dignitoso, che comprenda anche una paga proporzionata e che contrasti l’occupazione precaria. Tuttavia, il Decreto Lavoro sembra andare nella direzione opposta, suscitando l’ira di chi lotta per i diritti dei lavoratori.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni convoca solo 12 ore prima i sindacati per discutere delle misure contenute nel decreto. Tuttavia, l’incontro sembra essere stato solo una formalità, priva di confronto e dialogo. Le organizzazioni dei lavoratori ruggiscono sia per la forma che per il merito del decreto, che sembra spingere il lavoro precario e non combattere la povertà.
Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha definito la scelta del governo “una follia”, in un momento in cui le povertà stanno aumentando. La segretaria del Pd, Elly Schlein, parla di “provocazione“, riferendosi all’opzione di varare il decreto proprio il giorno della festa dei lavoratori. Per ilMovimento 5 Stelle si tratta di un “decreto precariato”, che soffia sul disagio sociale.
In tutto questo Giorgia Meloni si permette di sbottare contro i sindacati, con una gratuita provocazione rivolta al segretario della Cgil Maurizio Landini: “Diseducativo lavorare il primo maggio? Allora niente Concertone”.
Il Governo Meloni continua, così, ad attuare la politica di destra che toglie ai poveri e dà ai ricchi, col rischio di innescare una bomba sociale che il Reddito di cittadinanza aveva evitato. Ed ora, togliendo il Rdc aumenta la precarietà con questo Cdm. Risultato: un’Italia sempre più povera e iniqua.