E’ morto a Palermo Fratel Biagio Conte, il San Francesco dei nostri giorni. Sempre dalla parte degli ultimi, con le proteste pacifiche contro le Istituzioni

Una vita spesa tra i poveri e la sofferenza sopportata con il suo serafico sorriso.

A solo 59 anni se n’è andato questa mattina Biagio Conte, il frate laico di Palermo che ha messo la sua esistenza a disposizione degli ultimi.

Il cancro al colon non gli ha dato scampo e alle 7 di oggi Fratel Biagio è volato via.

Era il San Francesco dei nostri giorni e lo si può affermare senza timore di scivolare nella retorica.

La sua intera esistenza, infatti, è stata caratterizzata dal servizio e dalla preghiera, con quella Perfetta Letizia insegnata dal Poverello di Assisi.

E Biagio aveva iniziato il suo percorso proprio come Francesco: anche lui nato da una famiglia benestante – il padre era un imprenditore edile -, lasciò la vita agiata spogliandosi dei suoi averi, e divenne un eremita.

Il suo viaggio ad Assisi lo fece avvicinare ai valori della Regola francescana, ma non abbracciò mai i voti.

Voleva dedicarsi a quelle persone rifiutate dalla società: pensava di andare in Africa o in India.

Ma Biagio tornò nella sua Palermo e lì vi rimase.

Indossò il saio e cominciò a portare il bastone, così come lo abbiamo conosciuto e iniziò il suo grande progetto della “Città della gioia”, dando aiuto a più di mille persone contemporaneamente, con tre pasti al giorno, vestiti, assistenza medica e quell’amore incondizionato che dona fiducia e speranza .

Partì dalla “Missione di Speranza e Carità” di via Archirafi.  Successivamente fondò anche “La Cittadella del povero e della speranza”, nell’ex caserma di via Decollati, e “La Casa di Accoglienza femminile” in via Garibaldi nei pressi della Magione, dedicata alle donne e alle mamme con bambini. 

Per realizzare tutto questo, Fratel Biagio ha lottato per ottenere dalle istituzioni il supporto necessario: indimenticabili le sue proteste pacifiche, con prolungati scioperi della fame. 

Ma l’aiuto più grande lo ha ricevuto dai palermitani, con donazioni, abiti e quant’altro potesse servire per portare avanti la sua missione.

Si gridò al miracolo quando Fratel Biagio guarì, dopo aver perso l’uso delle gambe a seguito di un’immersione nelle acque di Lourdes nel 2014.

Fu anche un messaggero di Pace: nel novembre scorso fece il suo appello per la guerra in Ucraina, affinché non si fornissero le armi.

“Italia, hai il dovere di fermare la guerra in Russia ed Ucraina e non di alimentarla ancora” aveva detto, aggiungendo un severo giudizio nei confronti del Governo: “Basta ingannare il popolo italiano e tutti i popoli del mondo; questo è un governare altamente negativo, tutti i cittadini sono stanchi. Chiedono un vero Governo, che amministri nella verità, nella giustizia e nel costruire il dono della Pace e di una vera Speranza”, “È triste ed ingiusto oggi vedere e subire la nascita di nuovi Governi in Italia, formati e realizzati con politiche e personaggi che non operano per la pace. Basta ingannare il popolo italiano, che ha bisogno di vero aiuto e assistenza, perché il caro vita sta togliendo la dignità e realizzando nuova povertà”.

A Natale, tra mille sofferenze, ha lanciato il suo ultimo appello per le famiglie e per le sue opere: “Noi non penseremo soltanto a noi stessi ma anche a chi sta soffrendo tanto, il povero, il senzatetto, le famiglie disastrate, i carcerati, coraggio carissimi fratelli e sorelle non perdete la speranza. Il bambino Gesù vi aiuterà ad affrontare il vero e giusto cammino della vita”.

Da quando si è diffusa la notizia della sua morte, su Palermo è sceso un velo di tristezza ed è iniziato il pellegrinaggio per rendergli omaggio alla Missione di via Decollati.

Tanti i messaggi dalle Istituzioni: la speranza è che, oltre ai comunicati stampa, si prenda esempio da Fratel Biagio e si assuma l’impegno concreto di non lasciare indietro chi è in difficoltà.

Grazie Fratel Biagio per aver portato un fascio di Luce tra le tenebre di questa società e di questa politica.

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