E’ la scelta vincente o una “zappa sui piedi” il fatto che, a meno di un mese dalle Primarie per l’elezione del nuovo segretario del Partito Democratico, Stefano Bonaccini tiri fuori dal cilindro Dino Giarrusso?
La mossa azzardata potrebbe essere un boomerang per il governatore dell’Emilia Romagna, che nell’ultimo sondaggio Winpoll è dato per favorito?
Secondo la ricerca del 19 gennaio dell’istituto demoscopico, su un campione di mille interviste, Bonaccini con il 46% è al primo posto sì, ma staccando per poco Elly Schlein che ottiene il 41%.
Questa minima differenza del 5% ha una grande probabilità di ribaltarsi a favore di Schlein, dopo lo scivolone di Bonaccini.
Infatti la rivolta all’interno del Pd è in atto, a seguito dell’annuncio a Milano, dal palco della convention della mozione di Bonaccini “Energia popolare”, dove Giarrusso alza il pugno e rende noto il suo ingresso nel Pd e sposa la causa del leader emiliano.
Ma subito giungono le critiche, a partire dal comitato sostenitore, con Piero Fassino, Dario Nardella e Giorgio Gori, presenti alla convention.
Non mancano gli attacchi dagli altri candidati alla guida del Pd. Paola De Micheli su Twitter scrive: “Chi ci ha infangato fino a ieri e dichiara di voler entrare nel #Pd almeno riconosca di avere sbagliato. Dalle Iene alle vecchie volpi, il Pd che voglio deve certamente essere inclusivo, ma non con le porte girevoli. Ci aspettiamo e meritiamo delle scuse #Giarrusso”.
Elly Schlein è sibillina: “Non mi esprimo su questo, ognuno si sceglie la sua squadra. La nostra sta crescendo ogni giorno”.
Gianni Cuperlo, invece, fino ad ora non si esprime.
Anche la base del partito fa partire il fuoco amico, con i tanti commenti sui social.
Ma vediamo da cosa nasce la reazione dei dem contro Giarrusso.
Ecco alcune sue dichiarazioni al vetriolo sul Pd:
– “Conte fino a pochi mesi fa era il capo di un Movimento a pezzi. Con grande dolore ho scelto di allontanarmi anche per dare un segnale: basta subalternità al PD” (4 novembre 2022).
–“Chiacchierano di competenza, di TAV, fanno le pulci sui titoli di studio e i congiuntivi altrui, quando loro eleggono segretario un diplomato odontotecnico che non ha fatto nessun lavoro che non sia politica, e si fanno arrestare un personaggio al giorno. Quello di oggi è Paolo Ruggirello, finito dentro in un’indagine che riguarda pericolosi rapporti con la mafia. Questo è il PD, primarie o meno” (marzo 2019).
– “Il Pd è quello dello scandalo Mose, quello dello scandalo Expo, è quello del sistema De Luca in Campania dove si vede con molta serenità che un signore offre soldi sotto banco a rappresentanti del Pd, come il figlio di De Luca, e di FdI” (25 febbraio 2018).
– “Non ho ben capito, del nuovo organigramma Pd, chi han messo al dipartimento tangenti” (luglio 2017).
– “Pd e Pdl si confermano partiti pieni di corrotti e corruttori e il business spaventoso di Mafia Capitale svela quanto cinici e disgustosi fossero i personaggi che parlavano di “morale”, di “etica” e di “solidarietà” a dibattiti e feste dell’Unità. Dimostrano anche quanto inetti siano stati sindaci e presidenti di Regione che hanno scelto assessori e collaboratori tanto squallidi e corrotti, perché selezionare la squadra è responsabilità del sindaco e scegliere male significa essere pienamente colpevoli di un sistema marcio. In questa situazione, un presidente di partito che fa una conferenza stampa accusando un altro partito, come ha fatto ieri Orfini col M5s, è un tale obbrobrio, una schifezza puzzolente talmente evidente, che i primi a volerlo prendere a calci nel cu** dovrebbero essere proprio gli iscritti e i militanti del Pd. Invece, i poveracci in attesa di prebende per sé e per i propri parenti, stanno tutti zitti, e anzi rilanciano le vomitevoli porcate di Orfini. La merda, in confronto a voi, profuma“. (giugno 2015).
Prendendo spunto da quest’ultima frase, c’è da chiedere a Giarrusso se, cercando una casa in cui collocarsi, la merda ha preferito buttarsela in faccia.
Di certo per l’ex iena non è la prima volta che bussa alla porta di un partito: durante la recente campagna elettorale per le regionali in Sicilia è nominato segretario nazionale del nuovo partito di Cateno De Luca Sud chiama Nord. Ma lascia ben presto, facendo nascere una controversia sul nome e simbolo, trascinando l’ex sindaco di Messina in tribunale, con una sentenza a favore di quest’ultimo.
Di certo De Luca non è di sinistra, basti ricordare la sua storia e l’accordo con Forza Italia per le europee del 2019.
Ma Giarrusso oggi dichiara di aver sempre votato Pd, prima di entrare nei 5 Stelle.
Insomma, potremmo dire che è almeno un po’ confuso.